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ILT & VILT
Com’è noto, la sigla ILT significa Instructor Led Training. Un acronimo che ha per molti anni identificato soltanto la formazione in presenza fisica, in aula collettiva o nel rapporto 1-1 tra esperto e allievo.
Con VILT- Virtual Instructor Led Training ci si riferisce alla situazione in cui la figura dell’Istruttore “in carne ed ossa” rimane centrale,
ma è fisicamente separata dagli studenti: si trovano in luoghi diversi ma lavorano insieme in un ambiente che simula la tradizionale esperienza in classe. Nonostante una sessione VILT possa essere condotta sia in modalità sincrona che asincrona, normalmente con VILT si intende la sola dimensione sincrona: unità di tempo, diversità di luogo.
È pur vero che spesso le sessioni VILT sono ibride: il docente ha di fronte partecipanti che sono in parte in presenza di fronte a lui e in parte on line in telepresenza (come nel setting raffigurato in Fig.1)

LA DOMANDA-CHIAVE E GLI AMBIENTI COMPOSITI DI FORMAZIONE SINCRONA
Nel passaggio da ILT a VILT, come mantenere la stessa efficacia della formazione in presenza, non solo nella trasmissione delle conoscenze, ma anche nel lavoro insieme agli studenti e nella valutazione dell’apprendimento?
In realtà, gli strumenti digitali applicati alla formazione sincrona consentono non solo di mantenere ma di migliorare ulteriormente questa efficacia, grazie alla combinazione tra le funzionalità base delle piattaforme di videoconferenza (come Teams, Zoom ed altre) e l’uso sapiente delle (sempre più numerose) app interne integrate nelle piattaforme e di quelle esterne, che chiameremo teaching app. Ne deriva un ambiente composito a disposizione del Modern Teacher, che consente un’ampia gamma di interazioni nonchè la loro conservazione, il loro tracciamento, e quindi una efficace post-valutazione da parte del docente e dell’organizzazione formativa.
VILT COME URGENZA AZIENDALE “COVID-19 INDEPENDENT”
Il principale impulso allo sviluppo di soluzioni VILT è arrivato dalla necessità da parte delle aziende di dare continuità ai propri piani di formazione e di comunicazione interna inizialmente concepiti in presenza, una continuità compromessa dalla pandemia Covid-19. Indipendentemente da questo, VILT è parte integrante delle strategie di Digital Learning, molto attesa dai Modern Learner e capace, a parità di risultati, di efficientare drasticamente i processi formativi, esattamente come lo Smart Working migliora efficienza e produttività del lavoro d’ufficio (per approfondimenti leggi qui ).
IL MODERN TEACHER
Implementare VILT vuol dire far corrispondere al Modern Learner, impaziente, distratto e sovraccarico, una generazione di docenti che possiamo definire Modern Teacher, che sanno progettare e condurre attraverso Teams, Zoom, Webex o qualsivoglia piattaforma
di videoconferenza esperienze di apprendimento significative, non meccaniche, altamente interattive, antidoto alla generalizzata crisi di attenzione.
E lo fanno perché interpretano un profilo di ruolo – appunto, il Modern Teacher – che si allontana dal docente analogico, che adotta prevalentemente una comunicazione unidirezionale, non utilizza materiali digitali ma prevalentemente «fisici», usa poco l’arma del
confronto-scambio tra i partecipanti (peer learning), non sa creare autonomamente contenuti digitali, non applica dinamiche gioco, che è poco interessato alla valutazione formativa, non SOMMATIVA. Il Modern Teacher al contrario è:
+ DIGITAL nelle competenze ed uso delle tecnologie
+ SOCIAL nella progettazione dell’apprendimento collaborativo e nella gestione dei team
+ CONTENT CREATOR: autonomo nella produzione di contenuti digitali
+ GAME MANAGER nelle dinamiche di aula
+ DATA DRIVEN nell’utilizzo dei dati di tracciamento prodotti dagli ambienti VILT per migliorare costantemente didattica e risultati
LA LEZIONE VIRTUALE E LE COMPETENZE-CHIAVE
Per fare questo il Modern Teacher ha bisogno sia di upskilling sia di reskilling.
In presenza non ci sono filtri, il docente è «nudo» di fronte agli studenti, e viceversa. Ha però il controllo visivo e il feedback immediato. Un buon docente che sa ascoltare l’aula coglie al volo se un partecipante ha la classica espressione “a punto interrogativo”, o sta sbuffando o guardando l’orologio ogni 30 secondi.
On line, controllo e feedback sono più complicati. Variabili ambientali scontate in aula fisica non lo sono in un’aula virtuale: “come mi vedono e mi sentono i partecipanti?”, “Come faccio a manovrare le slide e contemporaneamente mantenere un minimo di controllo visivo?”. Erogare un’efficace lezione virtuale richiede più variabili da orchestrare e attenzioni multiple, soprattutto se vogliamo fare qualcosa che sia diverso dalla versione virtuale della pura e semplice lezione
frontale. Virtualizzare la noia non è una buona strategia. Occorre
combinare due tipi di competenze:
- quelle metodologiche, che garantiscono la progettazione di esperienze sincrone ad alto tasso di learning engagement: flipped classroom, apprendimento cooperativo, gamification, digital assessment.
- quelle tecnologiche, che supportano e “automatizzano” le competenze metodologiche: uso non superficiale della piattaforma di webconferencing adottata, conoscenza aggiornata e uso delle sempre più numerose teaching app di terza parte esterne alla piattaforma (talvolta integrate) per presentare, coinvolgere e valutare, competenze di content creation & curation.
Nei prossimi articoli vedremo attraverso casi concreti vantaggi e aspetti operativi specifici.
Webliografia essenziale: